Arriva il bonus pensione da 515 euro. Ecco chi lo potrà avere
Ci sarà anche un bonus pensione? Sì, lo dobbiamo ammettere è previsto un bonus da 515 euro per quanti si accingano ad andare in pensione. Ma non è riservato a tutti i lavoratori che stanno concludendo il proprio percorso di vita all’interno di un’azienda: il bonus pensione prevede tutta una serie di requisiti, ma alla fine permette una rendita fino alla pensione di vecchiaia.
Iniziamo con lo spiegare che questo particolare bonus pensione da 515 euro è riservato ai commercianti e agli agenti di commercio che chiudono l’attività definitivamente. La domanda potrà essere essere inoltrata nel caso in cui si abbia almeno 62 anni per gli uomini e 57 anni per le donne. Non è valida per tutte le categorie di attività con partita Iva: solo alcune particolari attività possono accedere a questo particolare bonus.
Bonus pensione: a chi aspetta?
Iniziamo a spiegare a chi aspetta il bonus pensione. L’Inps ha chiarito che possono accedervi quanti abbiano chiuso definitivamente la propria attività commerciale. Proviamo a stilare chi lo può richiedere:
i titolari o coadiutori di attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
i titolari o coadiutori di attività commerciale su aree pubbliche;
gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
gli agenti e rappresentanti di commercio.
Tutte le altre attività ne sono completamente ed interamente escluse. Quindi è inutile presentare domanda perché non verrebbe accettata.
Il bonus pensione da 515 euro è riconosciuto a questo perticolari categorie perché sono iscritte alla Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali: proprio come conseguenza di questa iscrizione, questi lavoratori con partita Iva sono tenuti, oltre alla contribuzione obbligatoria a versare l’aliquota contributiva aggiuntiva pari allo 0,09%. Un parte di questa aliquota, ossia lo 0,07%, viene utilizzata per finanziare il Fondo per razionalizzazione della rete commerciale, mentre una parte (ossia il restante 0,02%) viene devoluta Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali. Proprio per questo motivo gli artigiani ed i coltivatori diretti non rientrano in questo particolare bonus pensioni. Che in estrema sintesi potrebbe essere considerato con una sorta di indennizzo commercianti o rottamazione licenze.
Bonus pensione: un grosso aiuto contro la revisione degli assegni?
Il bonus pensione è un ottimo sistema per aiutare una particolare categoria di lavoratori che sta chiudere la propria età. Sicuramente è una buona risposta almeno stando a vedere cosa sta accadendo in questi giorni nel mondo delle pensioni: chi dovesse smettere di lavorare il prossimo intescherà un assegno più basso rispetto a quanti ci sono andati entro la fine di quest’anno. Quindi, quello del bonus pensione sarebbe una palla da prendere al balzo. Almeno per assicurarsi un futuro leggermente più dignitoso.
Un Decreto del Ministero del lavoro del 1° giugno 2020 ha, infatti, fissato i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo che saranno validi per il biennio 2021/2022. In poche parole sono cambiate quelle percentuali che si applicano al totale dei contrivuti versati nel corso dell’intera vita lavorativa e che applicate al totale dei contributi versati nell’intera vita lavorativa, determinano l’importo annuo di pensione cui si ha diritto. Si tratta della quinta revisione del coefficiente di trasformazione da quando è stata introdotta (era il 2009) e tutte sono state negative. In questo articolo avevo spiegato nel dettaglio tutti i tagli previsti sulla pensione.
Come cambierà la nostra pensione?
Come è cambiata la nostra pensione a causa del coronavirus? Credo che in pochi si siano posti questa domanda, anche se alla luce di tutto quanto sta accadendo inizia ad essere importante saperlo. Prendendo in cosiderazione una pensione ipotetica che possa andare dai 20.305 euro ai 23.264 euro in epoca per Covid 19, proiettando l’impatto del calo del Pil ed ipotizzando un suo calo del 10% ed una futura crescita dell’1%. L’articolo 5, comma 1, del Dl 65/2015 spiega che il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo non può essere inferiore a uno, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive. Quindi quanto sarà perso quest’anno, sarà lentamente recuperato nell’arco dei prossimi anni.
Secondo i calcoli effettuati da Alessandro Ferro su il Giornale.it i poveri pensionati perderanno il 5,5% dell’importo pensionistico, che è l’effetto complessivo di tutti e tre gli eventi sopra descritti. Non sono briciole. La cosa preoccupante è che questo sistema, nei prossimi anni, dovrà restituire quanto tolto a causa della crisi ma facendo molta attenzione alle risorse disponibili, che non sono illimitate.