13 Gen

ATTENZIONE AI CONTI PASSIVI

CONTI CORRENTI DORMIENTI, le somme depositate utilizzate per fini sociali

Nel nostro Paese, un fenomeno che sembra apparentemente marginale è in realtà una vera e propria fonte di guadagno per lo Stato. Stiamo parlando, dei cosiddetti conti correnti dormienti, ossia, di quei conti correnti, nei quali sono depositati risparmi da 100 euro in su e che, da oltre 10 anni, non vengono movimentati.
In Italia ce ne sono oltre 1.100.000, con oltre due miliardi di euro non riscossi. Oltre ai conti correnti, possono considerarsi dormienti, anche tutti quegli altri strumenti finanziari utilizzati per l’operatività con gli Istituti di credito, quali, ad esempio, i libretti di risparmio, i buoni del Tesoro, i buoni postali, i titoli di Stato, finanche le azioni.
Quando le somme depositate non vengono riscosse per un periodo di tempo così lungo, quindi, quando vengono ignorate, o per meglio dire, dimenticate, dal loro legittimo proprietario, vengono incassate dallo Stato e depositate in un fondo di garanzia, di sostegno e di solidarietà, creato per soddisfare pubblici interessi. Un fondo di nome CONSAP, che ha proprio lo scopo di tutelare e valorizzare il risparmio con iniziative, come vedremo, ad ampio respiro sociale.
La CONSAP, Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.P.A., è una società per azioni totalmente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ed è conosciuta come la struttura utilizzata per favorire, attraverso il mutuo CONSAP, l’accesso al credito, da parte delle famiglie, per l’acquisto della prima casa. Come sappiamo, con il Decreto sostegni bis, del 25 maggio 2021, la garanzia fornita dal fondo CONSAP è pari all’ 80% della quota capitale e può essere concessa a giovani coppie (dove almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni); single con figli minori; giovani di età inferiore ai 36 anni ed infine, a conduttori di case popolari, a condizione che abbiano un ISEE non superiore a 40.000 euro annui.
Un contratto bilaterale, come quello istituito con gli intermediari finanziari, pone degli obblighi ad ognuno dei due contraenti. Questo vuol dire che, nel caso in cui venga lasciato un conto corrente dormiente, l’Istituto presso il quale giace, ha l’obbligo di comunicarlo allo Stato italiano. Più precisamente, ogni anno, entro il 31 di marzo, tutti gli Istituti intermediari di rapporti di credito, devono comunicare al Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’elenco dei conti correnti dormienti. Non solo, gli stessi Istituti, hanno, altresì, l’obbligo di informare i titolari dei conti correnti delle singole situazioni. Questi ultimi, entro sei mesi di tempo o, più precisamente, entro 180 giorni, possono riattivare il proprio conto corrente. Superato questo periodo, l’eventuale somma viene riversata sul fondo CONSAP e destinata a scopi come quello che abbiamo accennato.
Quindi, la prima raccomandazione che facciamo ai nostri assistiti e ai nostri associati è quella di prestare la massima attenzione alle comunicazioni ricevute da parte della banca. In altre parole, e questo vale anche nel caso degli eredi, se non si vuole che il proprio conto corrente, poco o male utilizzato, finisca tra i dormienti, quando si riceve un avviso bancario, bisogna attivarlo, ossia bisogna scegliere, se chiuderlo, o se effettuare almeno un’operazione bancaria.
Il secondo invito che rivolgiamo è quello di controllare sempre eventuali conti correnti non utilizzati, perché, com’è noto, oltre al dare e all’avere, in termini di pagamenti e di versamenti, esistono anche le spese bancarie di gestione del conto corrente che, se non controllate, soprattutto in quei casi di conti prossimi allo zero, possono condurre il conto stesso ad un saldo passivo, che si dovrà poi successivamente ripianare. In merito, precisiamo che con il famoso Decreto Bersani del 2006 è stato istituito il diritto di interrompere, in qualsiasi momento, a costo zero, il rapporto bancario con un Istituto di credito, cioè, per chiudere un conto corrente, escluse le spese di gestione, non bisogna pagare nulla.
Abbiamo parlato di conti correnti dormienti attivi, ossia con una, seppur minima, disponibilità economica ed abbiamo sottolineato come, nel caso in cui non si interviene a cancellare il conto, sia lo Stato ad incassare il denaro.
Discorso diverso quando i conti correnti dimenticati sono in rosso, in questo caso, non entrano mai nella categoria dei dormienti, quindi, l’eventuale debito, resterà sempre a carico del titolare e sarà, eventualmente, la banca, ad agire per recuperare il proprio denaro.

Sabrina Greci
Presidente Foro Nazionale Consumatori

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