Aumento delle bollette di Luce e Gas. Si può fronteggiare, in parte, con i Bonus, ma servono nuove scelte individuali
In questi primi mesi dell’anno, speranzosi sulla fine della pandemia, quello che maggiormente preoccupa gli italiani è l’aumento delle bollette di luce e gas. Già a fine anno, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), aveva annunciato un aumento del 55% per il gas e del 41,8% per la luce e l’Ufficio studi della CGIA, aveva previsto un aumento del prezzo delle tariffe energetiche pari a 89,7 miliardi: 30,8 in capo alle famiglie e 58,9 miliardi alle imprese.
Per questo motivo, il governo Draghi è intervenuto immettendo nel settore 8 miliardi, destinati in parte alle famiglie, ed in parte alle imprese, anche loro fortemente colpite dal caro bollette.
L’obiettivo del Governo non è quello di un intervento temporaneo, ma di agire “in maniera strutturale,” allo scopo oltreché di favorire le famiglie e le imprese, di “aumentare la produzione di gas italiano e per velocizzare e semplificare l’installazione di impianti di energia rinnovabile”.
Per quanto riguarda le famiglie, una parte di questi soldi verranno destinati ad interventi sugli oneri di sistema, una parte sugli interventi sull’iva, ed infine, la quota restante, sarà destinata ad interventi sul bonus sociale. Questi ultimi sono una misura destinata a ridurre la spesa per la fornitura di energia elettrica di cassa naturale e idrica dei nuclei familiari in condizioni di disagio economico o fisico.
Come evidenziato da ARERA “Dal 1° gennaio 2021 tutti i cittadini/nuclei familiari che presentano annualmente una Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per l’accesso ad una prestazione sociale agevolata (es.: assegno di maternità, mensa scolastica, bonus bebè, ecc.) e che risultano in condizione di disagio economico, sono automaticamente ammessi al procedimento per il riconoscimento dell’agevolazione dei bonus sociali. Per attivare il procedimento di riconoscimento automatico dei bonus sociali agli aventi diritto, dunque, è necessario e sufficiente presentare la DSU ogni anno e ottenere un’attestazione di ISEE entro la soglia di accesso ai bonus, oppure risultare titolari di Reddito/Pensione di cittadinanza.”
Il bonus (elettrico) per disagio fisico è misura volta a ridurre la spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica dai nuclei familiari in cui è presente un componente che si trova in condizioni di disagio fisico.
È stato introdotto dalla normativa nazionale e successivamente attuato con provvedimenti di regolazione dell’Autorità.
Per rilascio di questa misura non è necessaria la presentazione dell’ISEE, infatti, il riconoscimento del bonus in oggetto è indipendente dalla fascia di reddito del richiedente.
Quello che è necessario è avere un certificato ASL che attesti:
- la situazione di grave condizione di salute;
- la necessità di utilizzare le apparecchiature elettromedicali per supporto vitale;
- il tipo di apparecchiatura utilizzata e le ore di utilizzo giornaliero;
- l’indirizzo presso il quale l’apparecchiatura è installata.
Da un punto di vista normativo, quindi, tutto quello che possiamo attenderci per non subire le gravi conseguenze di questi aumenti, sono la riduzione dei costi degli oneri connessi ai servizi dell’iva e l’aumento delle somme disponibili per i bonus sociale, ma se vogliamo arrivare a poter gestire, in maniera consona con le nostre disponibilità finanziarie, le utenze di energia elettrica e gas, dobbiamo fare delle scelte individuali diverse di quelle adottate fino ad oggi.
Per prima cosa, quando si intende stipulare un contratto per l’erogazione dell’energia elettrica o del gas, è necessario, anzi, indispensabile scegliere con oculatezza il nostro fornitore. Infatti, proprio in questo periodo, a causa degli aumenti pesanti che ci sono stati, abbiamo avuto modo di esaminare le bollette di molti spaventati cittadini e ci siamo resi conto, purtroppo, che in molti casi siamo di fronte a delle scelte sbagliate in partenza, intendiamo dire che non si può acquistare l’energia elettrica o il gas dal rivenditore del venditore, perché è fisiologico che essendo la catena di distribuzione composta da più intermediari, il servizio avrà un costo finale maggiore, che se pur potrà essere contenuto all’origine, può esplodere con l’aumento della materia prima. Quindi, quando si sceglie l’azienda erogatrice di servizi, dobbiamo accertarci se il nostro interlocutore è un produttore o un venditore, lo dobbiamo fare, semplicemente, perché scegliere l’uno o l’altro fa tutta la differenza del caso.
Altra esigenza che dobbiamo soddisfare è costituita dalla verifica della classe energetica del nostro impianto e dalle condizioni dello stesso, perché non dobbiamo mai dimenticare che più un impianto è vecchio, maggiori sono i rischi per la sicurezza e maggiori costi.
Oltre a quanto detto, ci corre l’obbligo di sottolineare, che gli accorgimenti necessari per risparmiare sui consumi dell’energia elettrica e di conseguenza sul costo delle bollette, non sono solo di carattere tecnico, ma riguardano anche le nostre abitudini, il nostro modo di gestire il servizio, che ci viene fornito dai gestori. Tutti noi abbiamo l’abitudine di lasciare gli apparecchi in standby, per esempio, non spengiamo mai, o quasi mai, televisori e computer, oppure, ci dimentichiamo gli adattatori, le prolunghe o le ciabatte attaccate alle prese elettriche, con altri fili collegati, come il caricabatterie del cellulare.
Ed ancora quasi mai distinguiamo gli elettrodomestici che consumano di più da quelli che consumano di meno come, ad esempio, il forno elettrico o i climatizzatori, anzi, in tal caso, ci dimentichiamo quasi sempre di fare la dovuta manutenzione, magari perché pensiamo che ha un costo ed abbiamo difficoltà a sostenerlo, dimenticando che è molto più costoso farli funzionare, quando non sono puliti e hanno filtri totalmente otturati.
Se questo è vero per l’energia elettrica, altrettanto si può dire del gas che utilizziamo senza un vero e proprio metodo di gestione dei consumi. Il nostro modo di agire normalmente non è basato su presupposti finalizzati al risparmio, ma, molto semplicemente, ragioniamo in termini di necessità, ossia, ci serve, lo accendiamo e lo lasciamo funzionare. Questo è esattamente ciò che non dobbiamo fare, per non avere spiacevoli sorprese.
Sabrina Greci
Presidente Foro Nazionale Consumatori