
Emergenza clima e disastri ambientali
L’Italia è pronta a fronteggiare l’estate 2025?
Con l’avvicinarsi dell’estate 2025, l’Italia si trova ancora una volta a fare i conti con le conseguenze della crisi climatica. Eventi estremi come ondate di calore, incendi boschivi, siccità prolungate e violente alluvioni sono ormai una drammatica consuetudine.
Ma il Paese è davvero preparato ad affrontare un’altra stagione di emergenze ambientali?
Il bilancio degli ultimi anni: emergenze sempre più frequenti e devastanti
Negli ultimi cinque anni, l’Italia ha registrato un aumento esponenziale di fenomeni meteorologici estremi.
Secondo l’ISPRA, il 2024 ha segnato un record negativo con oltre 300 eventi calamitosi tra alluvioni, incendi e frane. Le Regioni più colpite sono state Emilia-Romagna, Toscana, Sicilia e Calabria, ma nessun territorio si è salvato dagli effetti del cambiamento climatico.
Incendi boschivi e siccità: un doppio fronte di crisi
L’estate scorsa ha visto andare in fumo oltre 60.000 ettari di boschi, un dato preoccupante che si inserisce in un trend in costante crescita. Le alte temperature, unite a una gestione del territorio ancora troppo carente, hanno reso molte aree del Sud e delle isole veri e propri focolai pronti a divampare.
Contemporaneamente, la siccità minaccia l’agricoltura e le riserve idriche: il Po è ai minimi storici, e i bacini idrici del Centro-Sud sono già in sofferenza prima ancora del grande caldo.
Alluvioni lampo: quando l’acqua diventa un nemico
Se da un lato manca l’acqua, dall’altro gli eventi di “bombe d’acqua” e alluvioni improvvise hanno devastato interi centri urbani. L’inadeguatezza delle infrastrutture di drenaggio e la cementificazione selvaggia hanno trasformato le piogge intense in veri e propri disastri. L’alluvione in Toscana e il disastro dell’Emilia-Romagna nel 2023 sono esempi ancora vivi nella memoria collettiva.
Il ruolo (ancora debole) della prevenzione e della Protezione Civile
Nonostante i ripetuti appelli degli esperti, l’Italia continua a investire troppo poco nella prevenzione. La Protezione Civile ha potenziato i piani di emergenza, ma la mancanza di fondi strutturali per la messa in sicurezza del territorio resta una ferita aperta. Secondo Legambiente, servirebbero almeno 5 miliardi di euro all’anno per affrontare seriamente il dissesto idrogeologico.
Cosa si sta facendo e cosa ancora manca: le proposte per un’Italia più resiliente
Il Governo ha annunciato l’implementazione di piani regionali di prevenzione e il potenziamento delle risorse per i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile. Tuttavia, gli interventi rimangono spesso legati all’emergenza, più che alla prevenzione.
Le principali proposte degli esperti includono:
• Riprogettare le aree urbane con sistemi di drenaggio sostenibili.
• Incentivare la riforestazione e la gestione attiva delle aree boschive.
• Creare piani di gestione delle risorse idriche più efficienti.
• Investire nella cultura della prevenzione attraverso campagne informative.
Un futuro in bilico tra inazione e cambiamento
L’estate 2025 sarà un banco di prova cruciale per il Paese. La sfida climatica non può più essere rimandata: serve una visione politica e strategica che metta al centro la sicurezza del territorio e dei cittadini. Solo così l’Italia potrà smettere di rincorrere le emergenze e iniziare a costruire un futuro più sicuro e sostenibile.