Polli d’allevamento, la cronaca ci insegna che non sempre sono degni di essere definiti biologici
La trasmissione Report, il programma di Rai tre, nel mese di gennaio, ha trasmesso un’inchiesta, basata anche sulle testimonianze di molti ex lavoratori dello stabilimento, che ha rivelato come gli allevamenti di polli di una nota azienda italiana non rispettassero i principi indispensabili per allevare gli animali in modo biologico.
“L’Italia, il nostro Paese, è uno dei più colpiti dall’influenza aviaria la preoccupazione che se i polli entrano in contatto con gli uccelli selvatici possono contrarre il virus, nell’ultimo anno, in Europa, sono stati uccisi 48 milioni di animali L’Italia è il secondo paese per contagi negli allevamenti. Nel mondo ci sono 26 miliardi di polli 500 milioni sono in Italia. Ogni giorno ne vengono macellati 71 milioni. Ne produciamo di più di quanti ne avremmo bisogno perché non ci basta un pollo solo ma ce ne vogliono tanti perché scegliamo la coscia, la sovra coscia, le ali e soprattutto il petto perché è più magro. Questo ha comportato una deformazione all’interno dei nostri allevamenti che sfiora quasi la manipolazione genetica, perché sì allevano polli che hanno una vita molto breve, costano poco e a poco prezzo vengono immesse sul mercato. La maggioranza di questi animali, vengono allevati negli allevamenti intensivi, ossia in luoghi potenzialmente pericolosi, perché potrebbero nascondere i germi che, secondo le ricerche e gli studi effettuati dalla maggior parte degli scienziati, potrebbero causare la futura pandemia, che potrebbe essere molto più pericolosa del Covid-19.”
Questo è quello che ha rivelato la trasmissione Report, nel corso della quale si è sottolineato come questi allevamenti vengono effettuati in enormi stabilimenti, con pessime condizioni igienico sanitarie e animali che vengono uccisi in modo orrendo, con la torsione del collo e gettati all’interno del capannone, rischiando di diffondere pericolosi virus. Quello della dimensione delle gabbie, a ben vedere, è il primo problema, perché non si dovrebbe far nascere e preparare alla macellazione, i volatili da cucina, in queste mega aziende, ma in piccoli capannoni dove è più facile controllarne lo stato di salute e la crescita.
Non è nostra intenzione entrare nel merito delle modalità di allevamento all’interno dell’azienda sottoposta all’attenzione delle telecamere, ma il nostro dovere è quello tutelare i consumatori, quindi occuparsi anche delle pratiche che vengono utilizzate dalle industrie italiane per assicurare a tutti che vengano rispettati i criteri che sono alla base di una produzione sana e non dannosa alla nostra salute.
Per evitare truffe dobbiamo cercare di acquistare prodotti realmente biologici, ossia non solo certificati come tali, ma controllati in modo assiduo e scrupoloso. Solo così, a nostro parere, quindi solo a seguito di una gestione attenta e realmente destinata all’allevamento di animali sani, si dovrebbe classificare e riconoscere i prodotti degni di essere catalogati come biologici. Questi e solo questi hanno il diritto di potersi fregiare del logo biologico, che altro non è che l’unica certificazione riconosciuta della loro autenticità.
Sul sito ufficiale della Commissione Europea, in lingua italiano, vengono date tutte le indicazioni su come deve essere utilizzato il logo biologico e sulle sue finalità.
Finalità del logo biologico
Il logo biologico dell’UE fornisce un’identità visiva coerente ai prodotti biologici dell’Unione europea. Ciò rende più facile per i consumatori identificare i prodotti biologici e aiuta gli agricoltori a commercializzarli in tutta l’UE.
Il logo biologico può essere utilizzato solo sui prodotti che sono stati certificati come biologici da un organismo o un’agenzia di controllo autorizzato. Ciò significa che hanno soddisfatto condizioni rigorose per la produzione, il trattamento, il trasporto e l’immagazzinamento. Il logo può essere utilizzato solo sui prodotti che contengono almeno il 95% di ingredienti biologici e che inoltre rispettano condizioni rigorose per il restante 5%. Lo stesso ingrediente non può essere presente in forma biologica e non biologica.
Accanto al logo biologico dell’UE deve essere indicato un numero di codice dell’organismo di controllo, nonché il luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole che compongono il prodotto.
Quando utilizzare il logo biologico
Il logo è obbligatorio per la maggior parte dei prodotti biologici e deve essere esposto secondo una serie di norme specifiche al fine di evitare la confusione dei consumatori, contribuire a mantenere la fiducia nei prodotti alimentari biologici e sostenere le autorità nei loro regimi di ispezione.
Il logo deve essere utilizzato per:
- tutti i prodotti alimentari preconfezionati dell’UE, prodotti e venduti come biologici all’interno dell’UE.
Inoltre, il logo è facoltativo per:
- i prodotti importati se sono conformi alle norme dell’UE sull’importazione di prodotti biologici
- prodotti biologici non preconfezionati
- i prodotti biologici dell’UE immessi sui mercati dei paesi terzi
- nell’ambito di campagne di informazione destinate a informare il pubblico sull’agricoltura biologica (a condizione che non sia ingannevole o utilizzato per indurre a credere che un prodotto non biologico soddisfi i requisiti di uno biologico).
Il logo non può essere utilizzato per:
- i prodotti contenenti meno del 95% di ingredienti biologici
- servizi di ristorazione collettiva quali ristoranti oppure ospedali
- i prodotti che non rientrano nell’ambito di applicazione delle norme per i prodotti biologici, quali i cosmetici o i prodotti della caccia e della pesca
- i prodotti in “conversione” (per i quali i metodi di produzione biologica sono appena stati adottati e vi possono ancora essere sostanze non biologiche nel suolo o nella catena animale).
Collocazione del logo
Il logo deve essere apposto rispettando norme rigorose:
- deve avere dimensioni minime di 13,5 mm x 9 mm. Per le confezioni molto piccole sulle quali non è possibile rispettare queste misure, si può usare un logo di 9 mm x 6 mm.
- deve essere apposto utilizzando lo schema cromatico standard verde e bianco – l’unica modifica consentita è quando si utilizza una stampante monocromatica
- non può essere stilizzato (ad es. rendendo trasparente il fondo o aggiungendo effetti 3D).
Per saperne di più su come utilizzare il logo biologico, consultare il relativo manuale.
Sabrina Greci