11 Set

Robot Viventi: regole precise per la robotica bio-ibrida

Una tecnologia nota come robotica bio-ibrida ha generato i cosiddetti robot viventi, che consistono in meccanismi con componenti sia biologiche sia artificiali. Questa imponente innovazione, nonostante abbia aperto inusitate possibilità, ha portato con sé problematiche etiche e legali tali che gli scienziati mondiali chiedono a gran voce un quadro normativo che governi l’uso e lo sviluppo di questa nuova tecnologia.

 Cosa chiedono gli scienziati

La cosa che preoccupa principalmente gli studiosi è la totale mancanza di regolamentazione per questi sistemi, a differenza di altre branche della ricerca scientifica come cellule staminali o l’AI.

La robotica bio-ibrida ha un tale vuoto normativo che si potrebbe andare incontro a utilizzi dannosi.

Questo quanto dichiarato da un ricercatore all’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Donato Romano: “Una regolamentazione è indispensabile per un ambito della ricerca nuovo e in espansione come quello della robotica bio-ibrida, a cavallo tra biologia e mondo artificiale.

La tecnologia deve essere a supporto dell’uomo e dell’ambiente, non il contrario”.

Gli scienziati insistono sul fatto che sia necessario, quanto prima, una maggiore consapevolezza ma, soprattutto, un dibattito sul potenziale impatto sulla comunità dell’utilizzo della robotica bio-ibrida.

Sono tre i punti principali, identificati dagli autori di un recente studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (PNAS), che determinano questioni etiche uniche nel loro genere: integrabilità; interattività e, soprattutto, moralità.

Robot viventi: lo xenobot, un ibrido tra animale e computer

Lo xenobot è un ibrido, un robot vivente rivoluzionario nella sua composizione, un organismo composito in cui si fondono biologia e tecnologia.

La scienza ha creato questi organismi che integrano cellule e tessuti naturali con componenti artificiali, e che sono in grado di interagire con l’ambiente.

Questa avanguardistica tecnologia può portare radicali trasformazioni in diversi settori quali la medicina, la sicurezza e l’ambiente ma può trascinarsi dietro anche dubbi etici.

Tutto è partito da cellule di una rana (specie Xenopus laevis) da cui deriva appunto il nome.

Questi robot, progettati da computer, possono assumere forme e svolgere compiti specifici e predefiniti, in grado di muoversi in autonomia e autoripararsi al bisogno.

È il caso degli insetti-cyborg: alcuni ricercatori hanno impiantato (negli insetti) degli elettrodi per controllare e, in caso influenzare, i movimenti.

Ma questo fa sorgere in altri studiosi delle enormi preoccupazioni di natura etica.

Chi ha inventato questa tecnologia sostiene fermamente che tale strumento è stato sviluppato solo ed unicamente per supportare ambiente e uomo e non per dominarli.

Le possibilità in campo medico

I ricercatori del campo medico stanno esaminando come poter inserire tessuto umano nei robot al fine di generare delle protesi avanzate in grado di reagire come organi naturali.

Beh, questo significherebbe una rivoluzione in campo medico ma farebbe sorgere anche delle domande fondamentali come dove finisce l’essere umano e dove inizia la macchina?

Dove tracciamo la linea di demarcazione tra umano e artificio?

La speranza degli scienziati

Tutte le persone coinvolte in questa ricerca chiedono perciò a gran voce delle regole chiare e scrupolose.

La speranza è che le regole siano in grado di indirizzare lo sviluppo verso il beneficio della Società tutta.

Il rapporto tra tecnologia e biologia è un aspetto affascinante ma complesso del mondo moderno e man mano che il tempo trascorre il robot viventi diventeranno una realtà sempre più concreta.

Gli studiosi se lo aspettano: è compito della società affrontare questa avveniristica sfida con una adeguata regolamentazione che garantisca che queste innovazioni siano in grado di portare un futuro migliore a tutti.

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