11 Nov

Il diritto alla salute tra liste di attesa, difficoltà di accesso e scarsità di risorse territoriali

Lunghe liste d’attesa, carenza di medici e infermieri e la scarsa integrazione tra ospedali e servizi territoriali tra le principali preoccupazioni dei cittadini.
“L’accesso alle cure rimane una delle principali preoccupazioni dei cittadini italiani, come evidenziato dal Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva, presentato il 22 ottobre presso il Ministero della Salute, alla presenza del Ministro Orazio Schillaci. Il rapporto, basato su oltre 24.000 segnalazioni, fotografa un sistema sanitario in cui persistono criticità importanti: lunghe liste d’attesa, difficoltà nei Pronto Soccorso, problemi nell’assistenza territoriale e una diminuzione generale delle prestazioni erogate.”

 

Cresce l’impatto delle liste di attesa

Un dato allarmante è rappresentato dall’aumento delle segnalazioni relative alle liste d’attesa per visite ed esami: il 32,4% delle richieste di aiuto riguarda infatti l’impossibilità di ottenere prestazioni mediche in tempi ragionevoli, una situazione in peggioramento rispetto agli anni precedenti.

Tra i tempi di attesa riportati, colpiscono i 468 giorni per una visita oculistica programmabile e i 437 giorni per un intervento di protesi all’anca, tempi che superano di gran lunga le scadenze ritenute appropriate.

La situazione non solo esaspera i pazienti, ma porta molti a rinunciare del tutto alle cure. Il 7,6% dei cittadini ha infatti abbandonato la propria richiesta di assistenza sanitaria, con una percentuale di rinuncia più alta tra le donne (9%) rispetto agli uomini (6,2%).

 

Cure primarie e assistenza territoriale: medici di base sovraccarichi e pochi servizi vicini

Le difficoltà non riguardano solo le strutture ospedaliere, ma anche le cure primarie: il 14,2% delle segnalazioni proviene infatti da cittadini che riscontrano problemi con il proprio medico di famiglia o pediatra. Spesso i tempi di attesa per un appuntamento sono giudicati eccessivi, e anche quando si riesce ad ottenerne uno, le visite si rivelano brevi, lasciando poco spazio alla comunicazione tra medico e paziente. Un altro ambito critico è quello dell’assistenza sanitaria di prossimità (11,1% delle segnalazioni), che dovrebbe garantire un coordinamento delle strutture territoriali per una presa in carico integrata dei pazienti. Tuttavia, molti cittadini si sentono distanti da un’assistenza efficace, in attesa che i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) producano i benefici sperati.

 

Pronto soccorso e ospedali sotto pressione

Un’altra area di preoccupazione è quella dell’assistenza ospedaliera, con particolare attenzione ai Pronto Soccorso, che ricevono l’82,1% delle segnalazioni. Sovraffollamento, lunghi tempi di attesa e carenza di personale, aggravati dagli effetti della pandemia, continuano a rappresentare un ostacolo significativo per molti cittadini. La situazione appare critica soprattutto al Sud, dove la carenza di medici e infermieri è più marcata e la possibilità di raggiungere un Pronto Soccorso in tempi rapidi è spesso un miraggio: circa il 5,8% della popolazione non riesce a farlo entro 30 minuti.

 

Prevenzione e screening oncologici: adesioni ancora insufficienti

Il rapporto evidenzia anche problematiche legate alla prevenzione, che rappresenta l’8,6% delle segnalazioni. I cittadini lamentano difficoltà nell’accesso alle vaccinazioni, sia per disorganizzazione nei centri vaccinali sia per una comunicazione non sempre chiara. Anche la partecipazione agli screening oncologici è ancora troppo bassa, con differenze marcate tra Nord e Sud: ad esempio, solo il 34% della popolazione target aderisce allo screening colorettale, con la Calabria all’ultimo posto con un’adesione del 6,1%.

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